World of Werewolf

Amala & Kamala, wolf childen

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Madiele
view post Posted on 4/4/2008, 23:07 by: Madiele




Arrivate alla missione le due bambine furono lavate e rasate; ora apparivano più simili agli esseri umani. La più grande, a cui venne dato il nome Kamala, aveva circa 8 anni; l'altra, Amala, era molto più piccola, aveva, più o meno, 18 mesi. Se il loro aspetto fisico era migliorato, il carattere selvaggio rimaneva intatto. Nonostante le cure le bambine selvagge continuavano a ringhiare e a mordere, mangiavano con la bocca da ciotole posate a terra, passavano le loro giornate in un angolo e di notte diventavano attive scorazzando qua e là nel cortile dove erano tenute. Amala e Kamala camminavano e correvano esclusivamente sui quattro arti, e lo facevano con grande destrezza. Forse per le lunghe braccia e per il modo di alzare le ginocchia da terra correvano velocissime, come fossero scoiattoli. Anche i loro sensi erano animaleschi. La loro vista era acutissima e i loro occhi sembravano risplendere nell 'oscurità come fossero lupi. L'olfatto non era da meno, il più piccolo odore di carne, anche di un animale morto, le faceva accorrere subito. Non furono mai viste cacciare, tuttavia un giorno Kamala scappò alla vista della signora Singh con delle penne di uccello che gli spuntavano tra i denti. Le piccole non socializzavano, erano isolate in un mondo animalesco. Di quando in quando il reverendo tentò di metterle in gruppo o farle convivere con altri bambini dell'orfanotrofio, ma con scarso successo. Giusto una volta sembrarono stringere amicizia con Benjamin, un bimbo di un anno anch'egli abbandonato in natura, ma durò poco. Benjamin fu morso e da allora non ne volle più sapere di stare in loro compagnia. Piuttosto che giocare con gli altri Amala e Kamala preferivano dormire accucciate una sull'altra per poi muoversi con disinvoltura di notte. L'unica persona di cui si fidavano era la moglie del reverendo che, con una pazienza ed una bontà infinite, cercava di insegnar loro qualche norma elementare di comportamento. Ad esempio come camminare erette, come mangiare con le mani senza avvicinare la bocca al piatto o come tollerare gli abiti che indossavano. Niente da fare, i risultati furono pressoché nulli. E' vero che le due bambine-lupo ricambiavano l'affetto della signora Singh, ma lo facevano più come animali domestici che come esseri senzienti. Il reverendo, nel suo diario, fu piuttosto chiaro. Ritenne più appropriato usare il termine taming (addomesticamento) piuttosto che insegnamento. Il tempo trascorse e l'anno successivo le bimbe si ammalarono gravemente. Fu chiamato un medico, il dottor Sarbadhicari, che, come è facile immaginare, pretese delle spiegazioni plausibili per quegli stani esseri dell'orfanotrofio. Singh fu costretto a raccontare l'intera vicenda ma lo pregò di non farne parola con nessuno. Richieste vane! La notizia si diffuse velocemente in tutta l'India giungendo poi all'Europa e quindi all'America. Comunque sia, le povere bimbe erano letteralmente infestate dai vermi intestinali. Qualcosa di veramente disgustoso: dei vermi rossicci lunghi una quindicina di centimetri e grossi quanto il mignolo di una mano. La cura le aiutò a liberarsene (giusto per la cronaca la piccola ne espulse diciotto la grande 116) ma nonostante ciò Amala spirò il 21 settembre 1921. Kamala, che non aveva mai mostrato emozioni, annus ò la compagna e pianse due lacrime. Stranamente, anche in quel caso, sembrò inespressiva. Non era né triste né affranta, eppure per alcune settimane rimase accucciata in un angolo e anche dopo mesi, di tanto in tanto, fu vista annusare il luogo dove la piccola Amala era solita dormire.

Gli anni passarono e Kamala qualcosa imparò. Iniziò a vestirsi come le altre bambine ma non fece veri progressi: continuò a mangiare con la bocca nel piatto per terra e non parlò mai. Kamala emetteva una trentina di suoni che associava ad oggetti secondo un significato tutto suo e che non usava mai per fare domande. Se voleva qualcosa grugniva fino a quando la tutrice nominava l'oggetto giusto, allora faceva sì con la testa. Tutto qui. Forse la bambina-lupo indiana necessitava di un programma di apprendimento più moderno, più adatto alla sua condizione, ma quando gli psicologi occidentali si resero conto che potesse essere utile per capire le basi dell'apprendimento era già troppo tardi. La Psychological Society di New York la richiese ufficialmente nel 1928 ma Kamala si stava indebolendo sempre più. Il 14 novembre 1929, più o meno all'età di 17 anni, la ragazzina morì senza che venisse elaborata una diagnosi certa. Di lei e della compagna bambina-lupo non rimangono che poche fotografie sbiadite sul diario di Singh, una documentazione veramente toccante.
 
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4 replies since 4/4/2008, 23:07   6034 views
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