grazie per tutti questi consigli... per ora il primo capitolo è ancora un abbozzo però ho scelto di descrivere prima il ritrovamento della creatura ( magare dedicargli uno o due capitoli non so dipende da quello che mi viene in mente) e poi subito si è catapultati nell'azione...
per ora ecco un piccolo abbozzo di quello che ho scritto: spero vi piaccia.
Erano passati due giorni da quando la “figlia della luna” era stata strappata alla vita. Tutto sembrava andare così com’è consono debba andare. Il tempo scorreva normalmente, il sole bruciava alto nel cielo mentre illuminava il mondo e la luna continuava a brillare di quella magnetica, inebriante luce riflessa che il suo compagno le aveva concesso, quasi fosse un pegno d’amore. Sole e luna continuavano a scappare, a rincorrersi, come se non fosse successo niente, come se l’accaduto della notte precedente appartenesse già al passato e l’unica cosa che rimaneva da fare era dimenticare, dimenticare tutto. Uccidere o essere uccisi. Questa è l’unica, fondamentale legge della natura e ciò che era successo quella notte rispettava perfettamente i principi di quella legge. Una lupa è morta e il suo corpo ora si sta decomponendo. Sembra che tutto vada secondo normalità, che sia un processo naturale. Sembra…
In realtà quella lupa era la figlia della notte stessa, la figlia della luna. L’animale che ora è in decomposizione non ha avuto una morte naturale bensì è perita per mano dei suoi “simili”. Ella era la custode e portatrice di un’antica profezia, una profezia contenuta nel suo grembo e che, grazie al suo sacrificio, ha visto finalmente la luce. Ciò che è accaduto quella notte è destinato ad essere ricordato per sempre.
Quella mattina la foresta era calma, troppo calma. Silenzio. Sembrava come se tutti gli animali fossero scappati via spaventati da qualcuno… o qualcosa. Persino lo scrosciare dell’acqua sembrava essersi fermato. Tutto era fermo, immobile, assente. Il tempo era rimasto impigliato tra le folte chiome degli alberi e, ormai senza più via di fuga, si era improvvisamente fermato, quasi si fosse arreso a quella prigionia.
Uno strano odore aleggiava nell’aria… morte.
Una cupa nebbiolina avvolgeva tutto il sottobosco dando alla foresta un aspetto particolarmente tetro, sinistro. D’un tratto, un rumore… passi… umani.
Un intenso odore di gomma si diffuse nell’aria. Possenti scarponi schiacciavano il terreno sotto di sé. Uno zaino, una mimetica, un fucile…
per ora ho scritto questo il resto è ancora in fase di lavorazione