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La letteratura medioevale è un mondo affascinante: in essa convivono prodezze e meraviglie, racconti e leggende, fate, demoni e lupi mannari. Ecco, di fronte a noi, un universo in cui tutto è possibile: gli uomini incontrano esseri faès (fatati); gli eroi vanno alla ricerca di creature dell'Altro Mondo; preziosi bagliori sgorgano nella notte, illuminando tesori nascosti. Nell'epoca che evochiamo, la parola è onnipotente: gli esorcismi, le benedizioni,gli amuleti ci proteggono dal Maligno. Non è forse inutile ricordare l'interrogativo che un noto giurista ingauno, oratore facondo ma anche un pò burlone, suole rivolgere ai prori giovani, smarriti discepoli:"Conosci l'ornitorinco? Lo conosci abbastanza?". Infatti, noi non conosciamo abbastanza nè l'ornitorinco, nè il lupo mannaro. Pertanto, Milin ha scelto per noi di spazzar via tutti i preconcetti, guidandoci verso il ristoro dell fonti (cioè i testi, dall'Antichità alla nostra fin de siecle): vale la pena di scoprire la senefiance (il significato) di tanti segreti appassionanti. L'Importanza del Doppio nel nostro universo mentale è, ora, chiara ai nostri occhi. Il lupo mannaro è uomo e, insieme, animale. Esso conserva la propria immagine umana, anche sotto forma lupigna. Il Doppio licantropico si pone al centro d'un complesso antropologico fondamentale: quello dei rapporti dell'uomo con l'Altro Mondo, sia superiore sia infero. Come esergo, l'Autore potrebbe far sue le parole di San Bernardo: finis libri se non finis quaerendi. L'opera conclusa è un'opera aperta: custodisce in sè il germoglio d'una ricerca nuova.
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