| Anche io sto provando a scrivere qualcosa! Per vedere se ne sono capace! Commentate! =D
Brandelli 5 Novembre 1895 Un ruggito. Ancora un altro. Tremavo. Gocce di sudore mi imperlavano la fronte. C'era un sacco di polvere ed ero tutto sudicio. Guardai gli altri uomini rinchiusi insieme a me. Erano in quattro. Due avevano i capelli neri, uno castani e uno biondi. Erano accasciati contro la parete, come me. Tre giorni. Erano tre giorni che eravamo rinchiusi lì. Una sola volta ci avevano portato del cibo. Carne, carne nauseabonda che era ancora lì, nel centro della stanza. Nessuno aveva avuto il coraggio di toccarla, menchè mai di mangiarla. Avevo l'impressione che ancora un po' di tempo e qualcuno l'avrebbe mangiata dalla disperazione e dalla fame. Un altro ruggito, stavolta più forte. Incominciai a tremare più forte. Il ragazzo biondo iniziò a cantilenare una strana melodia, in preda alle convulsioni, rannicchiato nell'angolo. Avrebbe avuto probabilmente neanche sedici anni. Non era giusto che si trovasse lì. Dalla grata sopra di noi vedemmo passare un paio di stivali, e sentimmo una voce in lontananza: "Notizie dal comandante?" "Sì, ha detto che si stanno avvicinando. Ce ne servono altri." rispose la voce più vicina. "Ancora?! Ma ne abbiamo solo quattro!" protestò l'altro. "Gli ordini sono ordini." tagliò corto l'altro, seccato. Un altro ruggito interruppe la discussione. La voce più vicina proruppe in una risata:"Haha! Buona fortuna!" disse e videro di nuovo degli stivali passare dalla grata, stavolta in direzione opposta. Qualcosa mi diceva che stava per succedere qualcosa. Anche gli altri alzarono la testa. Ci avvicinammo alla grata laterale, molto più spessa dell'altra e molto più grande. Sentimmo che i ruggiti aumentavano. Erano due creature non lontano dalla nostra cella. D'un tratto la grata fece un rumore assordante e inizio ad alzarsi molto lentamente. C'era molta oscurità oltre. Un piccolo raggio di luce iniziò a spirare da una fessura dall'alto. Piano piano si ingrandiva. Qualcuno stava aprendo qualcosa di sopra. Lentamente il luogo si stava illuminando, anche se molto poco. Era una stanza circolare. C'era un fetido odore di morte, ai lati c'erano muchi ossa rancide e c'erano segni di artigli d'appertutto. Cercai fermare un conato di vomito. Il sangue rappreso sulle pareti e per terra riluceva allo spiraglio di luce. Sentimmo lo stesso rumore assordante di prima e un altra grata che all'inizio non avevo notato incominciò ad alzarsi dall'altra parte della stanza circolare. Non riuscivo a scorgere niente dall'altra parte. Ancora ruggiti. Stavolta capimmo da dove provenivano. Dall'altra cella. Una fredda consapevolezza si instaurò in noi. In preda al panico il ragazzo biondo usci dalla cella e corse verso l'altra grata. Non ho idea del perchè fece una cosa simile anche se, mentre passava vidi chiaramente il suo viso: una maschera di agonia e disperazione. Si fermò lì immobile. Noi eravamo muti dallo shock, nessuno disse una parola.. C'era un silenzio innaturale, interrotto soltanto dai costanti schiocchi della grata. Anche i ruggiti erano cessati. Il ragazzo biondo era ancora lì. Il rumore cessò. Non sono esattamente sicuro di quello che sia successo dopo. Vidi la testa del ragazzo atterrarmi accanto, del sangue mi schizzò sulla fronte. Ricordo moltissimi ruggiti e fischi, come di un unghia che graffia sul granito. E inaspettatamente anche il rumore di una grata. Ero confuso, vedevo solo zanne, artigli, pelo e sangue, molto sangue. Stranamente non provavo nulla. Ero bloccato. In una sorta di trance. Quando riaquistai mobilità mi accorsi che il rumore di grata proveniva dalla nostra. Si era abbassata. Riaquistai lucidità e capii che da quando la testa bionda era volata accanto a me non erano passati che una decina di secondi. Avvertii un fortissimo dolore alla spalla. Bruciava come se ci stessero versando pece bollente. D'istinto ci misi la mano sopra ma il dolore aumento non appena la toccai e ritrassi subito la mano, inzuppata di sangue. Troppo concentrato sulla spalla non mi accorsi che le bestie erano ancora là fuori. Si voltarono verso di me. Il sangue colava sui loro colli robusti. Cercai di capire cosa fossero, scrutando attraverso la penombra. I loro occhi cremisi scintillarono quando videro la mia ferita. D'untratto capii cosa fossero. Uno di loro aprì lentamente le braccia, si alzò nel pieno della sua muscolosa statura e ululò.
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6 Novembre 1895 Mi sono appena svegliato. Ho lasciato le pagine precedenti vuote, dato che sono rientrato in possesso del mio diario soltanto adesso. Devo scrivere subito gli avvenimenti accaduti ieri prima che la memoria mi tradisca.
Credo di aver scritto tutto, o almeno quello che ricordo con chiarezza. Mi trovo in una cella. Sono seduto sul letto. C'è una piccola finestra nella parete opposta alla porta della cella, posta molto in alto. L'arredamento è molto povero: soltanto un letto, o dovrei dire branda e una specie di sgabello di legno, pieno di graffi e morsi, e un secchio, che immagino debba usare in caso di bisogno. Ho solo ricordi confusi delle precedenti settimane. Devono avermi drogato perchè delle volte mi gira la testa e la vista mi si annebbia per qualche secondo. Non ricordo nemmeno perchè sono qui. Guardo fuori dalla finestra: è già sera inoltrata e le nuvole si stanno diradando, lasciando intravedere le prime stelle. Ho un fortissimo mal di testa che mi martella la mente e ho quasi l'impressione che stia aumentando di intensità. Prendo lo sgabello e salgo per cercare di vedere qualcosa dell'esterno, attraverso la minuscola finestra. Vedo solo alberi e un piccolo sentiero battuto. La cella sembra molto vecchia: le pietre sono erose dal tempo e la porta della cella è arrugginita.Ci sono graffi molto profondi e larghi sulle pareti, non di certo opera di uomini. Non sento più alcun dolore alla spalla. Stupefatto, mi apro la camicia, e controllo: nessun segno. Ma com'è possibile?La pelle in quel punto è molto morbida e più chiara del resto del corpo. È persino più pulita. Il mal di testa sta aumentando. Mi sento quasi consumare. Alzo gli occhi verso il celo: una bellissima luna piena domina il cielo. A quella vista gli occhi iniziano a bruciacchiarmi leggermente. Non ho idea di cosa mi stia succedendo. Inizio a sentire forti dolori nelle ossa. Soprattutto sul viso e sugli arti. Non so se riuscirò a scrivere di nuovo. Sto morendo? Sono già morto e questo è l'inferno? Edward sarebbe curioso di saperlo se lo fosse... Edward! Mi ricordo di lui! Mi ricordo di tutto! La memoria mi sta tornando! Il dolore aumenta. La vista mi si sta annebbiando. Non posso continuare a scrivere. Evey, se dovessi leggere questo scritto sappi che ti ho sempre amata. Avrei tanto voluto sposarti e mettere su famiglia con te, ma a quanto pare il fato aveva altri piani per me. Il dolore è quasi insostenibile. Che dio mi aiuti!
Edited by Blake × - 8/1/2011, 20:08
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