World of Werewolf

I Lupi Mannari

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erasmoasciol
view post Posted on 24/10/2010, 09:26




Nelle tradizioni popolari, il Licantropo ha quasi sempre un'origine soprannaturale o demoniaca: è diventato così a seguito di una maledizione, a causa del morso di un altro Licantropo, per aver fatto un patto col diavolo.
Secondo certe etimologie, il termine "Lupo Mannaro" con cui si designano gli Uomini Lupo in Italia, deriva dal latino "Maniarus", "delle Mànie". Le Mànie erano piccole figure di cera che si usavano nei sortilegi, e, con l'andar del tempo, avevano assunto una connotazione malvagia.
La creatura è considerata più la vittima di un male misterioso che un sadico assassino. Sorprendentemente, in pieno clima inquisitorio, molti sacerdoti esperti in cose demoniache evidenziavano le caratteristiche patologiche e psicologiche del Licantropo; del resto neppure S. Raniero e S. Martino se la presero con questo esseri: si limitarono a liberarli dalla maledizione il primo suonando una campana, il secondo esorcizzando con tre Segni della Croce il Lupo Mannaro che imperversava in un villaggio. Secondo Johan Wier (1515-1588), filosofo che si battè contro le superstizioni dei suoi tempi, il male era provocato dalla "insania lupina", una sorta di morbo diffuso dal ragno d'acqua, una bestiola velenosa che frequenta le paludi.

Il Lupo Mannaro di L'Aquila come quello di Benevento è un poveraccio che ha avuto la sfortuna di nascere durante la notte di Natale. Ed è proprio durante questa festività che il "mostro" si agita, ulula e si getta nella fontana della piazza per raffreddare i suoi "bollenti spiriti", il tutto davanti a centinaia di testimoni che erano stati distratti dalla funzione religiosa di mezzanotte.
Per evitare che, a 20 anni, questi divenga Lupo Mannaro, occorre che, per tre Natali di seguito, il padre tracci con la punta di un ferro arroventato una piccola croce sul petto del bambino. Durante le sue crisi, la vittima assume fisicamente l'aspetto di un lupo, e assale chiunque gli si pari di fronte.

Tra il 1942 e il 1943 in piena guerra, la zona di Agnano fu funestata dalla presenza di un Licantropo che ululava sinistramente alla luna piena (talvolta all'unisono con le sirene che annunciavano i bombardamenti) e aggrediva chi gli capitava a tiro.

Il Lupo Mannaro del Friuli è addirittura un essere benevolo: a volte viene chiamato dai contadini per combattere contro le streghe. Le sue caratteristiche sono diverse da quelle degli altri Uomini Lupo: non avviene nessuna trasformazione, quanto, piuttosto, una sorta di sdoppiamento. E' il caso dell'umanista Caspar Peucer (1525-1602) narrò nel suo "Commentarium de Praecipuis Divinatium Generibus" la vicenda di un Licantropo della zona. Era un uomo normalissimo che, dopo aver cenato, cadde a terra in una trance sotto gli occhi degli astanti. Come lui stesso raccontò dopo essersi ripreso, durante l'estasi la sua anima si era ritrovata nel corpo di un lupo intento a combattere contro una strega; nella colluttazione era rimasto ucciso un cavallo, la cui carcassa fatta a pezzi venne rinvenuta nel luogo da lui descritto.

 
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lunadargento
view post Posted on 7/11/2010, 16:19





"L'altro ieri la feroce bestia ha divorato una pastorella presso il villaggio di Mende. Da settimane un distaccamento dei Dragoni le sta dando la caccia…". Così scrive, sul numero del 14 gennaio 1765, il giornalista della "Gazette de France" inviato in Linguadoca per indagare sul terribile mostro che seminava la morte ed il terrore in quelle terre. La Bestia selvaggia del Gévaudan era entrata in azione l'anno prima ed aveva lasciato dietro di sé una lunga scia di sangue. Veniva descritta, dai rari testimoni superstiti, come un lupo gigantesco dalla folta pelliccia nera, con zanne affilate sporgenti dalla mascella e una coda lunghissima. Le sue vittime venivano trovate semidivorate, il volto e le parti carnose strappate a morsi, dilaniate. Erano già svariate decine, e nel giro di tre anni sarebbero salite a centotrenta!!! Furono messe mille corone di taglia sulla Bestia e il capitano Duhamel, alla testa dei suoi Dragoni, batté la campagna senza risultato alcuno per giorni e notti. Non poteva certo trattarsi di un normale lupo. La bestia, mormorava la gente, doveva essere un lupo mannaro! Antoine Chastel , un solitario e ambiguo personaggio che collezionava pelli di lupo, fu accusato e incarcerato con tutta la sua famiglia…ma le morti proseguirono e la luna fu sempre velata di rosso. Nell'estate del 1765, Antoine de Beauterne, archibugiere del re, fece strage di lupi. Nel dicembre delle stesso anno la bestia, imperterrita, riprese ad uccidere e la sua fame pareva non placarsi mai. La famiglia Chastel fu liberata, e Jean, padre di Antoine, fece benedire il suo fucile e tre proiettili ottenuti fondendo delle medaglie con il volto della Madonna. Il 19 giugno 1767, dopo una battuta di caccia a cui parteciparono centinaia di persone, Jean Chastel uccise un enorme lupo nero e le morti cessarono. Era dunque la Bestia? Il mistero permane…com'è noto per annientare un lupo mannaro non basta un fucile benedetto… In Europa, il terrore dei lupi mannari assunse dimensioni epidemiche tra il '500 e il '600. Era l'epoca della caccia alle streghe, e in tanto furore di repressione antidiabolica anche molti (presunti) lupi mannari furono condannati al supplizio del rogo (dopo aver subito indicibili torture). Peter Stump, giustiziato in Germania nel 1598, confessò di aver ricevuto dal demonio il potere di trasformarsi in lupo. Per 25 anni, Stump si era spesso nutrito di carne umana, uccidendo centinaia di persone, tra donne e bambini, compreso il suo stesso figlio! Nella Francia dell'epoca, il principale esperto di lupi mannari era l'implacabile giudice Henry Boguet che operava in Borgogna. Fu lui a mandare al rogo Gilles Garnier, assassino di bambine noto come "l'eremita di St. Bonnot" e un'intera famiglia di licantropi, I Gandillion, che anche chiusi nella cella ululavano e camminavano a quattro zampe. Purtroppo I metodi del giudice Boguet erano quelli del suo tempo, le confessioni erano estorte con la tortura e ai poveri imputati non venivano offerte troppe possibilità, l'accusato non aveva altra scelta che la confessione. Così una certa Claudia Gaillard fu condannata a bruciare viva solo perché un testimone aveva visto un lupo senza coda uscire dalla foresta dove lei era entrata pochi minuti prima. Diverso fu il caso di Jean Grenier, un pastore di 13 anni che si vantava di trasformarsi in lupo e di uccidere in quella forma cani, pecore e bambine. In considerazione della sua giovane età e degli evidenti sintomi di idiotismo, nel 1603 il giudice Dassis lo condannò alla prigionia perpetua in convento. Fu una decisione rivoluzionaria. Il demonio non centrava nulla, dichiarò Dessis, Jean Grenier soffriva di una malattia della mente…la licantropia. (Durante questo periodo di "repressione lupesca" sfuggivano difficilmente al pregiudizio religioso I malati di ipertricosi. Gli affetti da questa rarissima malattia genetica (uno su un miliardo) hanno abbondanza pilifera su tutto il corpo, eccetto le labbra e gli occhi. Lo sfortunato assomigliava ad una specie di cane, o lupo, o comunque più alla bestia che all'uomo, figurarsi se non c'era lo zampino del male…).
 
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1 replies since 24/10/2010, 09:26   189 views
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