World of Werewolf

il simbolo del lupo e il mistero del licantropo

« Older   Newer »
  Share  
lupus hominarius
view post Posted on 29/2/2012, 21:38




IL SIMBOLISMO DEL LUPO E IL MISTERO DEL LICANTROPO





"Era una piovosa notte d'inverno e la luna piena si affacciava tra i nuvoloni mossi dal vento. Ero quasi arrivato a casa, allorquando all'altezza della stalla sentii i cavalli nitrire nervosamente. Guardai l'orologio: mancavano due minuti a mezzanotte. All'improvviso un rumore di passi attirò la mia attenzione. Mi voltai e vidi un lupo mannaro, che ululava e agitava le braccia. Mi rifugiai su una scala, perché mi avevano detto che questi esseri non possono salire più di tre gradini. Quando poi feci il segno della croce, egli si rotolò per terra nelle pozzanghere e dopo scappò. Questo finché il lupo non arrivò ad un crocevia; solo allora il male gli passò".


questo testo è stato preso dal fil wolf



Simboli e misteri del Lupo. Il lupo, come del resto tutti gli animali misteriosi, ha, nel suo significato simbolico, un aspetto duplice: terribile e sotterraneo da un lato, benefico e apportatore di vita dall'altro. Cominciamo dal primo aspetto.

Esso è innanzitutto un animale psicopompo, cioè accompagna-tore delle anime nell'Aldilà. Ciò è attestato sia da un canto funebre rumeno, secondo cui un lupo conduce il morto "per la via piana verso il Paradiso", sia da un mito dei Pellerossa Algonchini, che lo presenta come il fratello di Menebuch, il quale domina sul regno dei Trapassati. Di pelle di lupo era vestito Ade, il dio greco degli Inferi; ed orecchie di lupo aveva il dio etrusco della Morte. In tutta la tradizione nordica il lupo è temuto come divoratore di astri, in quanto la sua gola profonda inghiottisce l'astro luminoso per eccellenza, cioè il Sole. Da questa credenza deriva l'espressione proverbiale "tempo dei lupi" per indicare la notte e l'inverno.

Dall'altra parte, però, ad attestare la sua sconvolgente positività, si accampa proprio il suo carattere luminoso (suggerito dal fatto che esso è capace di vedere nel buio) e celeste ("Lupo celeste" viene chiamata la Stella Sirio). Il Lupo, che rappresenta il Cielo, è il compagno della Cerva bianca, che rappresenta la Terra: da queste sacre nozze nascono, secondo i Mongoli, gli eroi, come il potente Gengis Khan. Proprio da questi miti scaturiscono sia la credenza nel potere fecondatore del lupo, che le donne dell'Anatolia invocano per vincere la sterilità, sia quella nella sua dirompente forza che lo fa assurgere a prototipo dell'indomabile ribelle.



I caratteri del lupo mannaro. Proprio la duplicità del simbolismo speiga come i tre elementi della licantropia, evidenti nella testimonianza iniziale (cioè la trasformazione di un uomo in lupo, il vagabondaggio notturno e il ruolo salvifico della croce), segnino un percorso che lascia intravedere un'interpretazione del Mistero.



Dal primo elemento, quello della trasmutazione ferina, deriva etimologicamente l'espressione lupo mannaro o vermenaro (da lupus hominarius), una cui variante è 'o lupenare. In tutte le lingue europee è presente un termine che indica l'uomo-lupo: in inglese e in tedesco werwolf, in francese loup-garou, in svedese varulven, in russo volklulaku.

Il secondo elemento, il vagabondaggio notturno, ci introduce in un'ottica psicoanalitica; il fatto stesso che esso si verifica solo di notte ci riconduce alla sfera dell'incubo. Tipico infatti è il sogno del "viaggio", che può simboleggiare un desiderio rimosso, tra cui quello di ribellione e di indipendenza rispetto al padre. Secondo le testimonianze popolari, è lupo mannaro colui che nasce nella notte di Natale: si tratterebbe di una violazione della Norma, in quanto questo giorno è riservato alla nascita di Cristo, rispetto a cui si stabilisce una peccaminosa indipendenza.

La terza e ultima fase è quella della "reintegrazione nella Norma", che è realizzata dalla Croce di Cristo, nei cui confronti il licantropo sa di aver peccato di ybris o tracotanza. E' per questo che sia il lupo mannaro sia le sue potenziali vittime ricorrono alla Croce per "proteggersi" dalla "malattia" della licantropia.



La Magia, il lupo e il licantropo nella letteratura antica. Il lupo mannaro ha, inoltre, un' insospettata tradizione letteraria. Sin dall'antichità, sia poeti attenti alle corde del Misterioso, sia "scienziati", che tentavano di fornire delle risposte attendibili, si sono interrogati sull' arcana figura del licantropo.

Iniziamo da un brano di Virgilio, considerato nel Medioevo il Mago per eccellenza. "Meri in persona mi diede queste erbe e questi veleni: spesso lo vidi grazie ad essi trasformarsi in lupo e nascondersi nelle selve, spesso lo vidi evocare le anime dai profondissimi sepolcri e trasportare le messi da un campo all'altro." (Bucoliche, VIII, 95-99). Questi versi, oltre che fornire una spiegazione della trasformazione in lupo mediante potenti erbe, chiariscono anche quali sono le azioni dei lupi mannari.

Esse sono due. Una, correlata evidentemente alla realtà ctonia ed occulta, consiste nell'evocazione delle anime dei defunti: in tal caso lo stesso lupo mannaro è una variante dello stregone. La seconda azione rimanda a un pratica rituale tipica del "mondo magico" mediterraneo: il gioco della falce, un combattimento fra un uomo mascherato da animale e dei mietitori, fra cui primeggiavano coloro che erano assistiti da poteri magici, rappresentati dalla falce. Attrezzo simbolicamente relazionato, per le sue due estremità appuntite, alla Luna, che domina sovrana nella licantropia.

Il carattere occulto emerge anche da un passo del Satyricon (cap. 62) di Petronio, che definisce forte come il diavolo ("tamquam Orcus") il militare, che si trasforma in lupo mannaro, il quale, tra l'altro, viene chiamato con un termine singolare: versipellis, perché si pensava che i peli gli crescessero all'incontrario dentro la pelle. Ma i particolari misteriosi non finiscono qui nel racconto petroniano, il quale infatti sottolinea che la metamorfosi in lupo si verifica, quando il licantropo si avvicina a delle "stele" funerarie.

E passiamo alla Naturalis Historia (VIII,34) di Plinio il Vecchio, che, rispetto a Virgilio, rigetta il mito del lupo mannaro, eppure si rivela un informatore prezioso per la dovizia dei particolari forniti sugli effetti "formidabili" del lupo (come ad esempio, la capacità che ha di togliere la voce all'uomo da esso guardato per primo) e sul carattere magico della coda di quest'animale, che conterrebbe un talismano amoroso. Evidente è l'allusione erotico-sessuale della coda, in cui si concentra la virilità intesa anche forza.

Concluderemo questa breve carrellata sulle fonti letterarie del lupo mannaro e sul simbolismo del lupo con le tesi esposte da Artemidoro nel Libro dei sogni. Interessante è lo strano nesso lupo/fiumi/anni: egli scrive che gli anni venivano chiamati lucabanti, cioè "che camminano come lupi", "a causa di una caratteristica di questi animali, poiché attraversano i fiumi uno dopo l'altro, come le stagioni completano l'anno susseguendosi l'una all' altra" (II, 12). Il lupo, dunque, nell'immaginario onirico e colletti-vo, indica qualcosa che passa e che muta, che va da un luogo ad un altro, che cambia dunque anche status e caratteristica, che si impone con la forza del titano e dell'anticonformista.
 
Top
0 replies since 29/2/2012, 21:38   1712 views
  Share