World of Werewolf

Rivelazione, Un racconto di Gianmarco Madonna

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view post Posted on 21/8/2012, 16:24

Il Dottore Magistrale del Caos

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Secondo me questo è un racconto veramente meraviglioso. Ben scritto, ben pensato e molto molto intenso a mio avviso. Ci tengo a condividerlo con voi anche se non ne sono l'autore ;)


Una volta lessi una frase in un libro.

Non era il mio genere, non mi piacque nemmeno tantissimo, ma ancora oggi ringrazio mia madre per avermelo fatto leggere, perché quella frase rispose alla domanda che mi ossessionava da tutta la vita:
“Chi sono io?”

Giravo per le aule della scuola, odiavo quella scuola, sentendomi un estraneo, un diverso.

Un rinnegato, il destino di un solitario, il destino di chi non avrebbe avuto la spalla di un amico su cui piangere, o il sostegno di un adulto, nemmeno quello dei genitori.

Nessuno poteva capirmi, nessuno avrebbe capito, avrebbero avuto paura, anche io ne avrei avuta, avrei voluto essere come gli altri, forse sarei stato il capitano della squadra, adorato da tutti, futuro re del ballo, ma anche un nerd, far parte del club di scacchi, uno di quelli goffi con gli occhiali che guardano dalle sedie a bordo palestra i popolari che ballano.

Invece ero lì, a farmi sempre i fatti miei, tenendomi a distanza dagli altri, con la paura di avvicinarmi o di essere avvicinato, uno stato d’animo inutile, nessuno si sarebbe mai avvicinato.

Ero un ragazzo, non uno come gli altri, mi sentivo solo, ero solo.

Ma come ogni mese avrei dovuto aspettare.

è assurdo se uno ci riflette, sopravvivere per 30 giorni, per VIVERE una notte.

Ma quella non era una semplice notte, era la MIA notte, e la notte di quelli come me, perché non ero solo, ero solo tutto il resto del mese, ma non quella notte.

Ci riunivamo tutti quanti, quelli come me, i solitari: persone di tutte le età, di tutti i sessi, persone che rimanevo divise per intere settimane, per non attirare l’attenzione, per non destare sospetti, ma che quella notte diventavano un branco.

Nessuno usciva di casa quella notte, perché tutti sapevano che era pericoloso.

I genitori dicevano ai loro piccoli che era la notte dei mostri, altri la chiamavano la notte delle bestie, altri ancora non le davano un nome, restavano segregati in casa con la paura che li attraversava come un vento freddo.

Ma per me, era la notte della rivincita.

La luna splendeva alta nel cielo, Piena, unico faro in una notte senza stelle, perché anche le stelle si piegavano alla sua maestosità, restando nascoste aspettando la sera dopo.

Ed io sto li, seduto sulle scale della veranda di casa, dal tramonto, non correndo rischi di essere portato di forza dentro, i miei non ci sono mai quella sera, vanno fuori città a divertirsi, se sapessero.

E quando finalmente la regina del oscurità tocca il punto più alto , sento quel brivido che silenziosamente attraversa il mio corpo, per aumentare secondo dopo secondo. I battiti del mio cuore aumentano, sento il sangue che pompa nelle vene freneticamente, come se stesse bollente, sento la forza che aumenta, mi sento Onnipotente, sono Onnipotente, e comincio a correre nella foresta.

Passo dopo passo sono sempre più veloce, ma il mio occhio, come al rallentatore, scatta come una foto nella mia memoria ad ogni singolo cambiamento:
sulle braccia comincia ad uscire la peluria, la mia pelliccia, nera come l’ebano, ispida come se avessi preso una scossa; le mie mani, le dita che si accorciano, il pollice che si ritrae, gli artigli che si fanno spazio; i denti si affilano come lame su un rasoio; avverto che la mia faccia si prolunga; le orecchie appuntite che cambiano posizione mentre da bipede scatto a quattro zampe
I sensi si acuiscono, gli occhi vedono chiaro come al sole, sento la leggera ebbrezza causata dalla velocità, annuso l’aria notturna assaporandola come l’ambrosia degli dei; tocco il terra per pochi istanti avvertendola fredda, ascolto i passi degli animali che scappano avvertendo la mia presenza e, odo i miei fratelli e sorelle che mi chiamano.

Ed eccomi qui, nelle mie più vere sembianze, circondato da esseri come me, ci guardiamo, ci annusiamo, anche se non ce ne sarebbe bisogno: pensiamo tutti la stessa cosa, Famiglia.

E tutti insieme come ad ogni luna piena, ululiamo alla nostra signora, che ci ha permesso di riunirci, di sentirci a casa, di sentire che non siamo davvero soli, siamo in tanti, siamo forti, siamo insieme.

E ora comincia la nostra festa, iniziamo a correre tutti insieme annunciando la nostra presenza ululando, per far si che tutti sappiano che noi ci siamo, che non siamo mostri o bestie o scherzi della natura, siamo LUPI.

Una volta lessi una frase in un libro.

Non era il mio genere, non mi piacque nemmeno tantissimo, ma ancora oggi ringrazio mia madre per avermelo fatto leggere, perché quella frase rispose alla domanda che mi ossessionava da tutta la vita:
“Chi sono io?”
La frase diceva: “La forza del lupo è il branco e la forza del branco è il lupo”
ed io … sono un LUPO.
 
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teen wolf
view post Posted on 21/8/2012, 17:08




niente male davvero...
 
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Skylove22
view post Posted on 21/8/2012, 17:26




complimenti,bella storia.
 
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Altair47T
view post Posted on 21/8/2012, 19:20




E' semplicemente fantastica...
 
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-lupetta-
view post Posted on 23/9/2012, 17:48




Meravigliosa *__*
 
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4 replies since 21/8/2012, 16:24   65 views
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