World of Werewolf

Un'altra leggenda calabrese

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alaska85
view post Posted on 25/8/2015, 23:48




Da newstranamici.altervista.org

Feliceantonio Cucumella, il lupo della Sila

Molto, molto tempo fa, nelle notti fredde, quando il vento sibilava tra gli infissi sgangherati delle vecchie case, andava in giro per le zone buie del paese, il lupo mannaro.
Aveva la testa di lupo, le mani pelose, le unghie dure e nere e si reggeva sulle zampe posteriori, camminando come le persone. Si diceva, infatti, che egli fosse un uomo che in determinati periodi dell'anno, nelle notti di novilunio con la luna completamente invisibile, si trasformava da persona a lupo mannaro.
Il suo nome era Feliceantonio Cucumella e faceva il guardiano in una vecchia fattoria di Nocella. Questi durante un anno di freddo intenso e di abbondanti nevicate rimase per un lungo periodo di tempo isolato in Sila, in compagnia di un giovane stalliere che in seguito ad una malattia improvvisa un giorno morì e il suo corpo rimase nella neve per oltre quattro mesi prima di essere sepolto.
Finite le provviste Feliceantonio Cucumella, per sopravvivere alla fame, fu costretto a mangiare carne umana e così da quella volta si buscò la maledizione divina e assunse caratteri demoniaci, diventando appunto un lupo mannaro.
La moglie e i figli che vivevano con lui, quando egli faceva ritorno in paese, si accorsero della sua trasformazione una notte d'inverno, quando all'improvviso prese ad emettere prolungati ululati e man mano il suo corpo si trasformava in bestia carnivora.
Terrorizzati da quella metamorfosi trovarono riparo in un sottoscala nel quale si richiusero per tutto il resto della notte.
Il lupo mannaro lasciò, invece, di lì a poco la sua abitazione e si dileguò per le strade del paese in cerca delle sue vittime. Più di una persona cadde tra i suoi artigli, fino a quando si sparse la voce della sua presenza in paese e così la gente nelle notti di novilunio o non usciva più o se era costretta ad uscire lo faceva in compagnia di altre persone, per cui il lupo mannaro si guardava bene dal farsi avanti e per tutta la notte poi era difficile per lui trovare prede isolate da azzannare.
Non appena il sole sorgeva dietro le montagne di Gimmella, ai primi albori dell'alba egli faceva ritorno alla propria casa e riprendeva la forma e i lineamenti umani con i quali era conosciuto da tutti.
La paura del lupo mannaro continuò ad opprimere la gente di San Giovanni in Fiore, fino alla fine del 1893, anno in cui la morte colse nel sonno Feliceantonio Cucumella, stremato da un ruolo nel quale era stato condannato da una maledizione divina.
 
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