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Gnomi, Folletti e Nani d'Italia

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alaska85
view post Posted on 14/1/2016, 01:20




Nel folklore italiano ci sono numerosi riferimenti a questi piccoli esseri leggendari, di seguito riporto solo i più famosi:

AMMUTANDORI
Gracili Folletti sardi che vivono nel Logudoro, in provincia di Sassari. Abituati a combinare scherzi e burle agli uomini, ma soprattutto alle belle ragazze in età da marito, sono considerati dei veri e propri Incubi. Sono alti un paio di spanne e sulla fronte riccioluta portano un cappello rosso che non abbandonano mai. Secondo la tradizione popolare, chi riesce ad impossessarsi di uno di questi berretti potrà barattarlo con una piccola pignatta piena d'oro. Simili agli Ammutandori sardi sono gli Ammutandori che vivono in Sicilia, che però portano in testa ben sette berretti, uno dei quali è zeppo di monete d'oro.

AUGURIELLI
Folletti domestici molto popolari in gran parte dell'Italia meridionale, in special modo in Calabria, nella provincia di Catanzaro. Spiritelli paffuti con i piedi rotondi a forma di zoccolo di cavallo e un berretto rosso sulla testa riccioluta, vivono nelle case coloniche abitate da sette famiglie.
Gli Augurielli, che stando al loro nome dovrebbero portare fortuna a chi li incontra, sono molto gelosi della loro casa e, quando gli inquilini cambiano, i nuovi arrivati sono bersaglio per molto tempo di scherzi e dispetti. Gli Augurielli sono attratti da tutto ciò che luccica; quindi, per farseli amici è bene regalare loro piccoli pezzi di metallo ed oggetti di piccole dimensioni, che verranno subito nascosti in depositi segreti. Quando si scopre uno di questi depositi conviene controllare ciò che contiene: potrebbero infatti esserci anche oggetti di un certo valore.

BARABANEN
Folletto benevolo, ma anche molto fastidioso, che vive nei pressi di Imola in provincia di Bologna. Il Barabanèn da alcuni è conosciuto anche con il nome di Cardinalèn in quanto indossa un saio rosso, molto simile a quello pretalizio dei vescovi, e un berretto del medesimo colore. Alto dai 40 ai 50 centimetri, il Barabanèn è dispettoso e impertinente e, come tutti i Folletti, ama nascondersi e spostare gli oggetti, costruire ostacoli invisibili in cui fare inciampare la gente, architettare situazioni imbarazzanti, suggerire sogni bizzarri e inquietanti e, naturalmente, di notte rumoreggiare fino a tarda ora.

BASADONE
Folletti volanti che si lasciano trasportare dalla brezza leggera del vento e, come tutte le cosiddette "creature del vento", sono quasi sempre invisibili. Il nome deriva dal dialetto trentino e significa "baciadonne". Sono spiritelli di natura benevola e solitamente trattengono i fanciulli in casa quando è imminente la bufera. Secondo la tradizione fantastico-popolare della valle dell'Adige e della Val di Non, invece, il Basadone personifica l'Ostro, il vento che soffia dal sud, e nella stessa Val d'Adige si racconta che avrebbe al suo seguito parecchi servi, brutti e buffi, con i quali scorrazza per i campi.

BRAGOLA
Folletti che abitano la valle comasca di Cavarnia. Dal carattere imprevedibile, hanno occhi piccoli e scintillanti come tizzoni ardenti, le braccia corte e sono ricoperti di peli. Sono i signori di quella gran parte del giorno che va dal crepuscolo all'alba. Anche se sono molto bravi nel nascondersi tra i cespugli, è facile scovarli seguendo i borbottii e i bisbigli che continuano a emettere. Il loro scherzo preferito consiste nel nascondersi e improvvisamente lanciarsi addosso agli incauti viandanti.
I Bragöla hanno anche l'abitudine di assumere la forma di palla pelosa e lasciarsi scivolare lungo i pendii della valle. Un'altra loro cattiva abitudine consiste nell'intrufolarsi nelle case per rubare castagne e latte. I Bragöla non sopportano le meschinità umane; al contrario, sono disponibili ad aiutare nei lavori dei campi le persone che ritengono simpatiche e che lasciano pronte per loro la falce insieme a un poco di cibo.

BUFFARDELLO
Il buffardello è un folletto presente nella tradizione della Val di Serchio, Garfagnana, Versilia (Provincia di Lucca) e della Lunigiana (province di Massa Carrara e La Spezia). Varianti del nome sono bufardello, buffardella, bufardella, baffardello, bafardello, baffardella, baffardelle, bafarded, bafarded, beffardello, baffardejo ecc.
Vive vicino alle case dei contadini o alle stalle dove sono custoditi gli animali della fattoria. Spiritello dispettoso, si diverte a fare complicate trecce al pelo degli animali e, in particolar modo, alle chiome delle belle ragazze.
E' talmente abile, ad intrecciare capelli impastandoli con la saliva, che è praticamente impossibile sciogliere il groviglio che ne deriva.

CROCCHIA-OSSA
Repellente nano notturno che nei tempi antichi era facile incontrare accanto ai patiboli o ai margini dei campi di battaglia. Oggi questa razza degenere di nani, come molte altre genie di Folletti e di esseri fatati, ha abbandonato il mondo degli uomini per sprofondare nel sottosuolo dei cimiteri. Si dice che il Crocchia-Ossa scavi gallerie interminabili, anche di parecchie centinaia di chilometri, collegando tra loro diversi cimiteri della regione dove dimora. Il Crocchia-Ossa si nutre di cadaveri e di vipere, e dal loro veleno ricava un distillato, tanto inebriante, quanto schifoso al palato.

ENCOF
Singolari Folletti notturni dalle sembianze femminili. Si racconta (pochi lo fanno ad alta voce) che amano aggirarsi nelle campagne con il favore dell'oscurità, per combinare scherzi terribili agli uomini che hanno la malaugurata sorte di incontrarli. Lo scherzo consiste nel provocare terribili incubi ai dormienti. L'Encof può vantare solo pessime azioni; talvolta ostruisce il condotto del fumo per asfissiare i contadini con l'ossido di carbonio prodotto dalla combustione del legno. Il cibo di cui si nutre è quello della fattoria dove compie le sue malefatte. Apprezza soprattutto i dolci appena sfornati. Talvolta gioca brutti scherzi anche a cavalli e asini, evitandone accuratamente gli zoccoli.

FARFARELLI
Folletti alti 40 centimetri e diffusi nella tradizione popolare dell'Italia del centro-nord. Le dimensioni dei loro discendenti si sono ridotte con il passare del tempo a quelle di un maggiolino. I suoi vestiti ben fatti e fastosi del passato sono ormai ridotti a miseri stracci; il Folletto Farfarello non ha mai voluto dimenticare il proprio nobile passato. I Farfarelli sono di indole coraggiosa fino alla temerarietà; un tempo litigiosi e fracassoni, oggi sono divenuti taciturni e solitari. Entrano in casa e bevono tutta la birra che trovano nel frigorifero e come ringraziamento per l'ospitalità ricevuta, spalmano il burro sui gradini delle scale.

FUDDETTU
Folletto legato alla tradizione popolare di Reggio Calabria. Ha le caratteristiche dei Folletti italici, con in più una lunga barba, solitamente bianca. Il tipico Fuddettu è ghiotto d'uova di gallina, molto fresche, che ruba nei pollai. Ama farsi trasportare sulla groppa dei ranocchi e giocare con i bambini che dormono ponendoli nelle posizioni più strane, mettendoli a dormire in terra, oppure sotto il letto. Conosce il sito di tesori dimenticati e non vuole che si sparli di lui, altrimenti si vendica con un'infinità di estenuanti scherzi, che talvolta raggiungono spaventosi eccessi. Inoltre, si diverte a scambiare il contenitore del sale con quello dello zucchero, dell'olio con l'aceto, del lardo con la marmellata e anche la cioccolata con gli escrementi di mucca.

GAMBASTORTA
E' un bizzarro Folletto diffuso nelle campagne bergamasche dall'aspetto minuto e dal corpo tozzo e peloso; gli occhi sono piccoli e rossicci; il viso è rugoso e lo sguardo pieno di malizia. Si diletta a nascondere gli oggetti delle giovani donne e durante la notte fa tintinnare i vetri delle case. Ogni tanto agita catene sui tetti spostando le tegole. Il Folletto Gambastorta è chiamato così per il suo tipico andamento sbilenco.

INCUBI
Impropriamente chiamate Folletti della notte, queste creature notturne non sono altro che demoni caratterizzati dall'abitudine di turbare nei modi più diversi il sonno degli uomini. Alcuni sono soliti sedersi sul petto delle persone addormentate e provocare incubi terribili. Altri, come dei vampiri, amano rubare il respiro ai bambini e agli anziani. Altri ancora invece si limitano a praticare ogni tipo di scherzo. Nell'antica Roma l'Incubo era un'entità soprannaturale custode di tesori e ricchezze nascoste.

LAURU
Pittoresca tribù di Folletti pugliesi diffusa principalmente nella provincia di Taranto. I Lauri sono spiritelli domestici alti fino a 30 centimetri, gradevoli e proporzionati che assomigliano a bimbi di due o tre anni. Hanno gli occhi lucenti e neri, i capelli dolcemente arricciati e un sorriso malizioso sempre pronto. Sono vestiti con una piccola tunica di velluto rosso e hanno sul capo un berrettino a cono dello stesso colore. Questi folletti sono decisamente burloni e dispettosi, specialmente durante la notte. Dopo il tramonto infatti si divertono a legare le code e le criniere dei cavalli in un groviglio di nodi indissolubile, oppure a strappare via di colpo le coperte ai bambini mentre dormono, o ancora ad arruffare i capelli alle ragazze graziose. Si dice che talvolta i Lauri appaiano alle persone e domandino loro se desiderano una pentola di monete d'oro o un cesto di carbone. Ovviamente, per ottenere questa preziosa pentola, occorre rispondere che si preferisce il carbone: dispettosi come la maggior parte dei Folletti, infatti, i Lauri fanno il contrario di quel che si dice. Tutti i Lauri amano alla follia gli animali anche se spesso e volentieri li sottopongono ad ogni sorta di scherzi.
Si racconta che se si riesce a prenderlo dal naso o a rubargli il fazzoletto o il cappello si potrà diventare ricchissimi.

MAGET
Folletti della Valtellina. Abilissimi minatori, lavorano indefessamente in profonde miniere d'oro. Una volta estratto questo prezioso metallo, lo nascondono in luoghi sicuri e irraggiungibili dall'uomo. Infatti giudicano l'uomo troppo avido per meritarsi questi tesori della natura. I Maget sono molto permalosi e quando l'uomo li scorge sono molto abili nel far perdere le loro tracce. Quando nevica abbondantemente provocano pericolosissime valanghe quasi sempre all'origine di ingenti danni a cose e, in diversi casi, anche a persone. I Maget però non sono malvagi e cercano sempre di evitare che questi disastri facciano vittime tra gli esseri umani.

MANTEILLONS
Singolare razza di Folletti che non ha eguali nel mondo del Piccolo Popolo e che vive sulle irraggiungibili cime innevate del Monte Bianco. I Manteillons sono strani esseri senza gambe e indossano un ampio mantello che nasconde la loro anomalia fisica. Naturalmente, come ogni Folletto che si rispetti, anche loro sono soliti infastidire i valligiani con ogni genere di scherzo: saccheggiano senza ritegno le dispense, legano le mucche a due a due per la coda, strappano le coperte dai letti, schiaffeggiano sonoramente i poveretti che dormono della grossa. Creature notturne per eccellenza, si divertono a rompere i vetri delle finestre delle case in cui trovano le luci accese. Tempo fa i Manteillons erano soliti frequentare, spostandosi dall'uno all'altro con il favore delle tenebre, i rifugi di montagna nei dintorni di Aosta e se per caso incontravano un uomo si trasformavano in esseri feroci e terribilmente pericolosi.

MAZAPEGUL
Il Mazapegul è un personaggio fantastico che nel folklore romagnolo sta tra il folletto e l'incubus.
Si tratta di un esserino molto piccolo, ibrido tra il gatto e lo scimmiotto, di pelame grigio, con un berrettino rosso sul capo. Trattandosi di uno dei tanti Incubi è un vero maestro nel provocare peso al ventre e orribili sogni ai dormienti.
Altre leggende tramandate oralmente considerano il mazapégul come un folletto antropomorfo.
Le donne possono liberarsi dell'incomodo facendosi vedere la sera mentre mangiano un pezzo di pane fingendo nel contempo di spidocchiarsi. Il Mazapegol si offende talmente che non si fa più vedere, ma non tanto per l'oltraggio subìto, quanto perché ritiene la sua protetta una persona assai poco pulita.

MERCANTI
Folletti siciliani dalla statura tarchiata e la barba folta caratterizzati da una particolarità agghiacciante: la parte posteriore del loro corpo è cava. Anche i Mercanti come tutti i Folletti del sud portano il classico berrettino rosso. Solo che il loro ha un grosso fiocco al suo apice. Parsimoniosi, possiedono tesori di valore inestimabile costituiti da pezzi d'oro foggiati a forma di piante e animali esotici. Come sottolinea il loro nome amano commerciare e per questo, una volta l'anno, durante il periodo natalizio, si incontrano in un luogo nascosto e danno vita a un mercato dove vengono esposti tesori di rarissima bellezza. Gli umani che riescono a scoprire dove si tiene questo mercato possono acquistare oggetti molto preziosi a prezzi ridicoli.

MUNACIELLO
Il munaciello o monaciello (piccolo monaco in napoletano) è uno spiritello leggendario del folclore napoletano. Spirito di natura sia benefica, che dispettosa, è di solito rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura, abbigliato con un saio e fibbie argentate sulle scarpe. La tradizione non indica con precisione il luogo in cui abita il munaciello, ma si suppone che dimori tra le rovine di alcune delle abbazie e monasteri che si trovano tra le colline che circondano la città di Napoli. La voce popolare indica nel munaciello un esperto delle vie sotterranee di Napoli e le attraversa per frequentare vecchi palazzi, causando diverse seccature.
Il munaciello tenderebbe ad esprimersi, nei confronti degli abitanti della casa dove si appalesa, con tipiche manifestazioni:
di simpatia (lasciando monete e soldi nascosti dentro l'abitazione, oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto);
di antipatia (nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, soffiando nelle orecchie dei dormienti);
di apprezzamento (sfiorando con palpeggiamenti le belle donne).
In nessuno dei tre casi suddetti bisogna però rivelarne la presenza: secondo il folklore napoletano, possono capitare disgrazie e sfortuna a chi rivela una visita del munaciello.Ci si può propiziare questo benefico spiritello domestico con il cibo, nella speranza di vedere trasformato il cibo in oro; ma non ci si deve vantare di tali doni soprannaturali, altrimenti svaniscono così come sono apparsi.

OMETTI
Questo è uno dei tanti nomi che vengono attribuiti a dei nani che vivono nelle valli dell'Alto Adige. (Nani Minatori). La tradizione popolare alto atesina racconta che Dio creò queste particolari creature perché i monti erano aridi e scarsamente abitati. E, poiché in queste montagne vi erano immense ricchezze, ecco che gli Ometti furono plasmati per raccogliere e lavorare tali straordinari tesori. Molto somiglianti all'uomo, generalmente gli Ometti si fanno vedere solo nei luoghi dove abbonda l'oro o l'argento e la loro presenza è sempre considerata di buon auspicio. Qualcuno li chiama anche Monaci della Montagna a causa del piccolo saio marrone che indossano durante la lavorazione dei metalli estratti. Degli Ometti si parla in un antico testo di G. Agricola - "De animantibus subterraneis" - pubblicato intorno al 1550 a Basilea. Agricola scrive che comparivano davanti ai minatori uomini vestiti come loro e si mettevano a giocare; ballando, ridendo, facendo smorfie e sberleffi e spesso lanciando sassolini ai lavoranti. Altri autori raccontano che gli Ometti, durante i mesi estivi, mettevano all'ingresso delle caverne una scodella con dentro qualche moneta, oppure qualche pietra pregiata in modo che i pastori potessero sostituirla con del latte. Oggi degli Ometti si è persa ogni traccia, anche se in provincia di Novara, in Val Cannobina, vive una razza molto affine a quella degli Ometti

PAVARO'
Folletto decisamente maligno e orrendo a vedersi. Il suo nome deriva da "pavor" - paura - e ha aspetto assai poco rassicurante: la testa simile a quella di un grosso cane, con occhi color vermiglio che lanciano bagliori di fuoco, denti di ferro e bocca enorme. Le unghie sono artigli simili a quelli del nibbio e in più è dotato di una coda saettante che somiglia ad un serpente. Questa creatura abita preferibilmente nei campi appena seminati a fagioli o a fave e infatti vive solo per incutere terrore e spavento ai ragazzini che calpestano impunemente i terreni coltivati. Il Pavarò è vestito di stracci che ruba agli spaventapasseri e indossa un cappellaccio largo di paglia intrecciata. I Pavarò portano sempre con loro un falcetto acuminato che usano per colpire con violenza le gambe dei curiosi che entrano nel campo seminato.

SALBANELLI
Folletti piuttosto maligni, diffusi in Veneto e in Emilia, non hanno nulla a che vedere con la stirpe dei Salvanelli, simili nel nome, ma dal carattere completamente diverso. I Salbanelli sono soliti ipnotizzare le loro vittime per indurle a commettere le azioni più strane e impensate. Alti poco meno di un metro, questi folletti hanno un testone enorme e le mani e i piedi sono grandi e deformi. I capelli, grigi e ricci, scendono selvaggi fin sulle spalle e formano un tutt'uno con la barbaccia che gli cresce fitta sul viso. Il petto è villoso ed emana un cattivo odore. Gli occhi sono due piccole fessure che celano uno sguardo acuto e penetrante. Decisamente brutti a vedersi, i Salbanelli se ne vanno in giro completamente nudi. Solo nei mesi invernali indossano piccole tuniche rosse rotte e sdrucite. I Salbanelli non amano parlare e comunicano fra di loro soltanto con rudimentali gesti delle mani. Di tanto in tanto lanciano stridule risate in grado di provocare danni all'apparato uditivo dell'uomo.

SCAZZAMURRIEDDHRU
Lo Scazzamurrieddhru è un dispettoso folletto del folklore dell'Italia meridionale. Il nome "Scazzamurrieddhru" viene utilizzato in particolare nell'area ionico-salentina.
È descritto come un omino brutto e peloso, con un abito color tabacco, scalzo e un cappellino in testa, e ha l'abitudine di sedersi sulla pancia o sul petto di chi dorme, guastandogli il sonno (si riferiscono a questo fatto nomi come Carcaluru, da "calcare", "fare pressione"). Non appare mai di giorno.
Per ingraziarselo gli si possono donare un paio di scarpe, o si possono lasciare dei sassolini nelle proprie pantofole la notte; lo Scazzamurrieddhru ripaga queste gentilezze con monete d'oro, o indicando al suo benefattore il luogo dove è nascosto un tesoro. Lo si può invece ricattare rubandogli il cappello. Appare inoltre se si prova a entrare in un cimitero di notte, in questo caso la pena che dovrà subire il malcapitato è la tortura e morte per mano dello Scazzamurrieddhru che gli salterà sul petto provocandogli delle incontenibili risate, che a loro volta causano appunto la morte. È benevolo con le fanciulle, e le protegge dalle angherie delle matrigne e delle padrone, arrivando a fare i lavori di casa al posto loro. Ama anche i bambini, e regala loro dolcetti e monete.

SERVAN
Pittoresca casata di Folletti abitatori delle regioni del nord-ovest dell'Italia, specialmente nella provincia di Cuneo. Piccoli, svelti e agilissimi, sono dotati di una forza incredibile e si mantengono quasi sempre invisibili. I Servan sono soliti frequentare le campagne e le case dei contadini, oppure baite di montagna. Quando vengono offesi o scacciati si vendicano combinando una lunga serie di scherzi che costringe gli occupanti a lasciare l'abitazione. Solitamente, come quasi tutti i Folletti della tradizione italica, smorzano la virulenza dei loro scherzi in presenza di una bella fanciulla. Anzi, si racconta che in molti casi alcuni Servan rinuncino alla loro indole dispettosa per aiutare le ragazze nelle faccende domestiche, in cambio della loro compagnia. I Servan desiderano oltre ogni cosa assomigliare all'uomo e perciò spesso
scambiano i loro piccoli con i bambini appena nati.

SGRANF
Folletto dai costumi licenziosi e un po' frivoli che vive nella provincia di Bergamo. Voyeur impertinente, lo Sgranf ama spiare le belle donne mentre si cambiano d'abito, oppure mentre fanno il bagno. Spesso, sfruttando le sue minute dimensioni, si raggomitola su se stesso e si nasconde sotto le gonne per guardare le gambe delle ignare malcapitate. Altre volte, per spiare ancor meglio le ragazze, si trasforma in un piccolo gomitolo di lana e si fa raccogliere e nascondere nel seno. Solo allora si lascia andare ed è facile sentirlo sghignazzare di piacere.

ZUERGHIE
Folletti che dimorano tra i boschi della Val Formazza in provincia di Novara. Scivolare con slitte di legno lungo i declivi innevati dei monti è il loro passatempo preferito. Non è una specie violenta o maligna e, spesso e volentieri, aiutano i valligiani nei lavori dei campi. Molti raccontano che una volta uno Zuerghie abbia prestato servizio, come servitore, presso una nobile famiglia dell'Ossola. Purtroppo però, un giorno, venne incolpato di aver insidiato la moglie del padrone e, per vendetta, venne ucciso. Da allora gli Zuerghie sono diventati molto più guardinghi nei confronti degli uomini e tali sono rimasti fino ai giorni nostri.
 
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