Licantropi a Brindisi

Salve a tutti lupi
Volevo sapere cosa ne pensate di questo "racconto" di uno scrittore che si chiama Claudio Foti. Parla di testimonianze sulla possibile esistenza (passata) dei Licantropi a Brindisi. Il testo l'ho copiato ed incollato da un sito. Non ci sono prove che quello che dica è vero, nè che le testimonianze che riporta siano di persone reali, ma penso sia una lettura lo stesso interessante (spero che non fosse già stato postato in precedenza). Buona lettura


"Brindisi invece sembra essere terra dei più acerrimi nemici dei vampiri. I licantropi. Ma innanzitutto è bene compiere una distinzione tra i Licantropi, che sono uomini lupo dalla nascita e i Lupi mannari che lo diventano a causa del morso di un licantropo. In Puglia sono molti i nomi dati ai licantropi e questo dimostra la abitudine a queste creature. Lupomini e lupinari su tutti. Pare che a Brindisi subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ci fossero delle famiglie “insolite”. Gli uomini avevano i tratti del viso molto marcati, il corpo avvolto da una peluria insistente e folta, le mani grandi dalle dita robuste con le unghie nere o marroni. Caratterialmente riservati, solitari e intelligenti. Gli anziani sostengono che tutti li conoscessero e che in molti sospettassero cosa fossero in realtà, ma visto che non avevano mai nuociuto a nessuno tutti gli abitanti se ne tenevano lontani e non li stuzzicavano. Chi abitava nelle campagne vicino alla città racconta degli ululati che si sollevavano nelle notti di luna piena ma che non c’era mai stata paura, perché, a differenza degli episodi letterari, i licantropi riconoscevano gli abitanti e cercavano di non nuocere loro. Alcune tradizioni orali proprie del brindisino li considerano dei veri e propri protettori. Tra le testimonianze attuali va riportata quella di una anziana signora, che oggi ha passato l’ottantina, che ricorda perfettamente una notte del lontano 1949 quando correva dal dottore perché sua sorella era in gravi condizioni. Le vie di Brindisi erano deserte. Faceva molto freddo e, nonostante avesse timore in quanto si aggirava da sola per la città, doveva avvertire il dottore della grave situazione in cui versava la sorella. Correndo si fermò ad un incrocio perché non ricordava quale via prendere e fu lì che vide un animale enorme venirgli incontro. Assomigliava a un cane ma era molto più grosso. Aveva occhi scuri e ringhiava forte, lei si spaventò così tanto da non riuscire più a fare un passo. Pare le vennero in mente le parole della nonna che sosteneva che gli incroci erano luoghi salvifichi in quanto erano delle croci a terra, così rimase ferma e ha osservato quella specie di lupo che l’ha guardata negli occhi e le è parso che la riconoscesse. Sembrava uno sguardo umano, ha ululato e se ne è andato. Dopo aver contatto il dottore tornò a casa e raccontò l’accaduto alla nonna la quale le disse che da quelle creature non c’era motivo di temere alcunché. Questa è una delle tante testimonianze che esistono sui licantropi a Brindisi, gli ultimi avvistamenti risalgono a qualche decina di anni fa, il periodo di maggiori testimonianze e avvistamenti è quello compreso tra gli anni 50 e 70. In zona Cappuccini pochi anni orsono in molti si spaventarono quando da una traversa sbucò un uomo che correva accovacciato, i testimoni oculari dissero che si muoveva con un agilità innaturale. Nella zona denominata Casale ancor oggi si sostiene che molte famiglie abbiamo casi di licantropia tra le mura domestiche e che di notte si sentano ancora ululati. Proprio al Casale circa mezzo secolo fa viveva una famiglia, tra le più antiche di Brindisi, sulla quale circolavano voci di licantropismo. Nella zona durante le notti di luna piena si sentivano rumori e ululati di dubbia origine. Dei ragazzi avvistarono un uomo che correva carponi e che si arrampicava su un albero molto velocemente. Da un’altra villetta pare che provenissero così tanti ululati che una donna uscì in terrazzo cercando di far rientrare il marito il quale, non essendo cosciente, la fece precipitare a terra uccidendola sul colpo.
Che siano esistiti davvero i vampiri e i licantropi non ha importanza in fondo. Alcune prove ci sono, altre sono basate soltanto su racconti e testimonianze orali che però creano un’atmosfera decisamente magica. Chi ne vuole sapere di più sa dove andare…

Claudio Foti"

Bhè, molto interessante.Se si suppone che possa essere davvero esistito ciò che Foti ci narra, riflettendo un po quegli anni lì sono perfetti. Non c'è più la mentalità medioevale , quindi anche se si dovesse aver paura di creature del genere non sono realmente tenute in considerazione a livello pubblico, quindi se qualcuno dicesse -Li c'è un licantropo! -In pochi vi crederebbero.Allo stesso tempo non si è prima del medievo , quindi eventuali forme di magia(sempre supponendo che ci crediate) sono piu deboli. E fare riprese e foto come è facile farle oggi non sono certo cosi facili da fare anzi. Quindi si , se si crede ai licantropi il 1900 sarebbe perfetto per la caccia :3. Per quanto riguarda il racconto della nonnina , si percarità dettagliatissimo, molto piu di altri che si sentono, ma se ne sentono davvero moltissimi in qualsiasi paesino,il che vuol dire che se dovremmo credere a tutti i racconti simili, vivremmo in quei giochi di ruolo su l'halloween xD , ma neanche vuol dire che siano tutti falsi.L'ideale sarebbe,come dico sempre, il prendere in considerazione, l'unica certezza si avrebbe se si andasse li , e con un pò di carisma parlare in tutti i locali e da tutti i vecchi del luogo, e se anche qualcuno lo avesse fatto e le cose fossero andate come in un film , non credo lo renderebbe pubblico, certe cose a volte e meglio non saperle a meno che non ci sei dentro fino al collo.....Un giorno un saggio uomo diceva-Io so di non sapere....

Grazie per aver condiviso il testo, davvero molto interessante
Purtroppo ci ritroviamo nella vecchia situazione di una discussione più vecchia dove si parla di Iglesias (Frazione di Nebida) in Sardegna.
Non possiamo mai sapere con certezza fino a quando non ci troviamo sul posto, però ci si può pur sempre ragionare sopra
Ecco come la vedo:
Purtroppo lo scrittore ha composto il testo con tanti "segni di riconoscimento" nei quali non ho mai creduto troppo: guardandoci allo specchio potremmo dire tutti di avere dei tratti marcati, e la "folta penuria" è l'ennesima futile generalizzazione: chi mai vedendo un tizio con molti peli si metterebbe a pensare che questo sia un licantropo?
Già più interessante è il modo in cui si dice che i cosiddetti lupi riconoscono gli abitanti del villaggio evitando quindi di aggredirli, è raro che vengano messi dettagli di questo tipo in un testo, perciò un punto a favore di C. Foti
Purtroppo mi ha convinto di meno la forma del lupo, descritta due volte in modo diverso: se nel primo incontro era effettivamente un grosso animale, nel secondo era un uomo parecchio agile.
Presupponendo che il primo incontro fosse stato reale non saprei davvero cosa dire del secondo: è vero, non sono un biologo, ma credo che a livello anatomico in forma umana siamo tutti uguali, e quindi tutti con lo stesso tipo di abilità motorie.
Le possibilità diventano quindi due: -Tutti vogliono poter raccontare di aver visto pure loro il famelico licantropo e quindi basta vedere una persona zoppa che corre per poter subito dire di aver visto la feroce creatura.
-Probabilmente un caso di licantropia clinica: ricordo che quando avevo fatto una ricerca sui lupi di Nebida ero rimasto molto confuso perchè a volte si parlava solo di uomini che correvano ringhiando o ululando, magari a quattro zampe.
Chi lo sa, in fondo manco sappiamo se è affidabile come testimonianza (come tutte dopotutto), ma è sempre divertente e interessante lasciarsi trasportare da tutto il mistero che esse racchiudono
Piuttosto mi dispiace non leggere più testimonianze "attuali", possiamo solo basarsi su episodi di anni e anni fa

Lycanth